Il futuro del BIM sarà in cloud?

Con una moltitudine sia di software house e start-up al lavoro per trasformare il modo in cui l’industria AEC utilizza i dati nei progetti, qual è il futuro del BIM? Quali sono le tendenze tecnologiche che avranno gli impatti più significativi per migliorare la produttività ed estrarre valore dai dati? Il giornalista esperto Martyn Day ha cercato di rispondere a queste domande in un articolo sulla rivista AEC Magazine.

Oggi quasi tutte le soluzioni tecnologiche sono basate su cloud. Il passaggio al cloud ha portato negli scorsi anni anche a preoccupazione, si pensi alla lettera aperta destinata al CEO di Autodesk, Andrew Anagnost, in cui numerosi studi di progettazioni evidenziavano una serie di preoccupazioni, fra tutte l’aumento considerevole dei prezzi (era stato calcolato un +70% in 5 anni) e un mancato sviluppo di Revit. Il CEO di Autodesk Andrew Anagnost aveva dichiarato che il futuro di tutte le soluzioni dell’azienda sarebbe stato in cloud.

Da allora, le altre app desktop di Autodesk sono state riscritte come applicazioni cloud-first, e alcune soluzioni come Fusion sono nate nella nuvola. E lo stesso è successo per le altre software house. Il processo di transizione al 100% verso il cloud è in corso, anche se al momento si opera in modalità ibrida desktop/cloud. E forse le nuove app cloud impiegheranno molto più tempo del previsto per sostituire gli strumenti BIM desktop. Aziende come Graphisoft stanno ridisegnando il loro software BIM per funzionare in modo ibrido, dove i dati e l’elaborazione vengono eseguiti online o localmente sul desktop.

Dai file ai database
Uno degli effetti collaterali del passaggio al cloud riguarda il modo in cui i dati sono strutturati. I flussi di lavoro basati su file hanno caratterizzato gli scorsi decenni, ma sono suscettibili di perdite, corruzione e duplicazione. Ora che i dati sono sempre più conservati nel cloud, bisogna strutturare i processi in modo diverso, affinché le informazioni siano condivisibili in modo semplice e “leggero”, dando la possibilità di condividere solo i dati rilevanti per un determinato compito, anziché inviare tutto attraverso Internet. I modelli BIM, in particolare, possono essere grandi e ingombranti. Una gestione non corretta rischia di inibire la collaborazione, anziché agevolarla.

Autodesk e Bentley Systems stanno poi entrambi promuovendo strutture di database unificate. Nel caso di Autodesk, si tratta di Autodesk Docs. Per Bentley, è iTwin. L’approccio di Autodesk è proprietario e risiede nel cloud dell’azienda. L’iTwin di Bentley, al contrario, è aperto.

Altri sviluppatori di software BIM, come Vectorworks, stanno integrando la connettività del database per migliorare i loro flussi di lavoro basati su file. Graphisoft adotta un approccio ibrido unico, dove i dati possono essere sia locali che nel cloud. I

In futuro, “inviare dati” sarà obsoleto. Saranno le applicazioni ad “arrivare” nei luoghi in cui sono memorizzati i dati, che saranno accessibili tramite API (interfacce di programmazione delle applicazioni).

Esistono già startup che stanno scrivendo applicazioni in cloud che si connettono semplicemente ai repository dati di un cliente per eseguire attività. Una criticità che potrà emergere da questo modello risiede nei costi che potranno essere associati all’hosting dei dati, così come alle micro-transazioni per le chiamate API e le trasmissioni di dati tra i server cloud. Oltre all’abbonamento per gli strumenti di progettazione, ci sarà probabilmente da prevedere qualche altra forma di pagamento per l’utilizzo delle API.

Formati e interoperabilità
Fino a oggi, l’unico standard aperto è stato l’IFC (Industry Foundation Classes), che ha avuto negli anni qualche criticità. Ora si stanno affacciando sul mercato delle alternative. Da USD (Universal Scene Description) agli standard emergenti del metaverso per il 3D, come Open Tiles di Cesium per i contenuti geospaziali in 3D, fino all’Open Design Alliance (ODA), tutte le principali software house concordano sul fatto che i dati debbano fluire tra le applicazioni e che gli approcci proprietari siano contro l’interesse di tutti. Questo si combina al fatto che, per essere conservati in cloud, i dati dovranno essere strutturati in modo diverso: dovranno essere ‘trasmettibili’ per una trasmissione leggera e dinamica. Nel settore si stanno già compiendo sforzi per creare framework di dati aperti, in modo che le pratiche AEC possano risultare efficienti senza dipendere da una piattaforma cloud commerciale.

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Lavoro nel settore della comunicazione b2b da alcuni anni sia per testate giornalistiche che agenzie di comunicazione. Focus della mia attività è il confronto quotidiano con le nuove modalità di gestione ed elaborazione delle informazioni, le nuove tecnologie digitali, le trasformazioni in corso nelle professioni e nell’industria.


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