INART, con ARCHICAD affrontiamo ogni progetto

Alle pendici del Monte Bianco nella rinomata località turistica valdostana di Courmayeur nel 1978 nasce l’associazione professionale di ingegneri e architetti INART (INgegneria – ARchitettura – Turismo) grazie al contributo iniziale dei tre soci fondatori: l’Ing. Pietro Ferraris, l’Arch. Sergio Favre e il Geom. Ferdinando Derriard. Lo studio INART diventa una realtà consolidata e conosciuta nella zona, scelta soprattutto da chi ama la montagna e vuole una seconda casa affacciata sul Monte Bianco. Oggi lo studio annovera una quarantina di professionisti tra soci (13), collaboratori e dipendenti, un tema che copre tutte le diverse discipline professionali. INART, infatti, si fonda sulle competenze multidisciplinari e complementari delle risorse facenti parte dello studio, con l’intento fin dalla sua nascita di garantire una vasta gamma di servizi specialistici per poter soddisfare al meglio le esigenze di diverse tipologie di committenze e accompagnare il cliente in tutte le fasi caratterizzanti la realizzazione di un’opera.

Da più di vent’anni lo studio INART ha scelto ARCHICAD per iniziare i primi approcci alla progettazione parametrica e lo sviluppo dei modelli 3D. “Dopo aver testato altri software – racconta il Geom. Marco D’Anna – ci siamo imbattuti in ARCHICAD 6.0 e abbiamo capito che era ciò che cercavamo, cioè un programma con strumenti dedicati alla progettazione architettonica, completo di motore rendering e con una bella libreria di oggetti dedicati, così flessibile da poter essere usato con efficacia, anche solo per il disegno 2D, dai progettisti architettonici, strutturali e impiantistici. Gli altri programmi di quegli anni non ci sono sembrati altrettanto completi, flessibili e soprattutto facili da imparare e usare quanto ARCHICAD, che, nonostante tutti i limiti delle prime versioni, man mano che uscivano le nuove release, riusciva sempre a stupirci per genialità”.

Dall’acquisto della prima licenza ad oggi, avendone seguito le evoluzioni e gli aggiornamenti che si sono susseguiti negli anni ARCHICAD si è rivelato per lo studio uno strumento di lavoro fondamentale. Negli ultimi anni poi lo studio sta portando avanti un percorso di implementazione del BIM e miglioramento del proprio workflow operativo e avere già uno strumento come ARCHICAD ha permesso di essere più facilitati nell’acquisizione dei nuovi processi lavorativi e nella condivisione dei dati per una maggiore collaborazione. “L’implementazione della metodologia BIM all’interno della nostra realtà – spiega l’Arch. Davide Bibois – è passata attraverso una costante analisi rivolta sia al contesto normativo nazionale (UNI 11337) sia a ciò che viene proposto a livello europeo e mondiale. In questa direzione stiamo quindi o apportando delle modifiche che riguardano l’ossatura dello studio. Le energie sono rivolte sia all’affinamento nell’utilizzo degli strumenti di BIM authoring (ARCHICAD per l’ambito architettonico) ma soprattutto, nel redigere una guida procedurale che supporti l’intera gestione del flusso informativo caratterizzante il nostro tipo di attività. Per come è impostata la nostra organizzazione, la gestione e la comunicazione delle informazioni tra le varie risorse coinvolte nel ciclo operativo è alla base per un fluido ed efficace processo lavorativo”.

INART ha potuto riscontrare le ottime potenzialità di scrittura e lettura del formato aperto internazionale IFC che usa ARCHICAD per la condivisione dei dati e delle informazioni tra tutti i professionisti coinvolti in una commessa. Il software GRAPHISOFT offre anche la possibilità di usufruire di server condivisi che permettono di seguire ogni fase della progettazione anche da remoto perfettamente in linea con la filosofia OPEN BIM. “Il concetto di interoperabilità tra ambiti disciplinari è sicuramente l’aspetto in cui si denotano i principali vantaggi della metodologia BIM in fase di redazione progettuale. Attraverso la realizzazione di modelli per ciascuna disciplina, una volta federati, si ha la possibilità di avere un controllo molto più elevato sulle scelte progettuali che si stanno attuando. Il lavoro multidisciplinare acquista un’accezione “predittiva” in quanto si ha la visione in tempo reale delle possibili interferenze che si potranno avere in fase di cantierizzazione. Utilizziamo costantemente il Teamwork su BIMServer per lavorare su uno stesso file in contemporanea. Ciò comporta, oltre ad un abbattimento dei tempi di produzione, un elevato controllo in tempo reale delle modifiche e delle evoluzioni progettuali fatte da ogni membro del team di progettazione”.

Una tappa fondamentale del percorso professionale dello studio INART lo ha segnato il progetto denominato “Convertendo” che ha previsto la demolizione dell’ex stazione funiviaria di Courmayeur per realizzare, con ampliamento volumetrico un edificio residenziale con 21 alloggi, con servizi e finiture di pregio e con 2 piani di autorimessa interrata per totali 42 box. Il nuovo edificio è in classe energetica A+ ed è dotato di centro benessere con palestra, sauna e bagno turco, di lavanderia a gettoni, di ski room e di cantine. Il nuovo complesso è composto da cinque piani fuori terra e due interrati, gode di una posizione privilegiata all’interno del borgo di Courmayeur, a distanza di pochi metri dal centro pedonale e dalla nuova funivia ed è stato progettato e realizzato in soli 32 mesi.Essendo stato costruito sul sedime di un edificio preesistente, risalente al 1971, le maggiori difficoltà sono derivate dall’essere attaccato agli edifici adiacenti e confinato, su un lato, dalla rampa di una strada comunale di importanza strategica per la viabilità e quindi di problematica interruzione. Il territorio di intervento è soggetto a tutela paesaggistica quindi la sfida è stata quella di trovare un equilibrio tra l’impiego di materiali e di forme tradizionali di montagna e le dimensioni, specie in altezza, del fabbricato.

L’impiego di ARCHICAD – racconta l’Arch. Davide Bibois – ci ha dato la possibilità di elaborare con estrema facilità e rapidità differenti ipotesi planivolumetriche ed estetiche, arrivando gradualmente e per fasi successive a definire uno stile che fosse apprezzato sia dal committente che dalla Soprintendenza. Dal modello bianco ai rendering fotorealistici, dalla verifica delle interferenze tra le strutture portanti e le berlinesi di micropali tirantati, dalla simulazione degli affacci sul panorama del Monte Bianco alla progettazione esecutiva della copertura prefabbricata in legno lamellare, fino alle finiture ed al layout degli arredi, ARCHICAD  ha permesso tutto questo”.

A livello progettuale è stata sfruttata la possibilità di importazione di modelli in IFC derivanti da programmi di analisi strutturale e di progettazione impiantistica per facilitare il controllo sulle interferenze interdisciplinari.

Negli ultimi anni lo studio INART sta sperimentando l’utilizzo di un laser scanner da cui è possibile estrapolare delle nuvole di punti. “Grazie alla possibilità in ARCHICAD di importare le nuvole di punti abbiamo completamente rivisto i nostri standard di stesura dei rilievi ottenendo un grado di restituzione molto più accurato, con un continuo aggiornamento del flusso di lavoro per quanto concerne la stesura di un rilievo ottenuto tramite laser scanner”.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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