Con il nuovo anno, e siamo al 2021, continua il percorso di introduzione graduale dell’obbligatorietà del BIM negli appalti pubblici, come previsto dal Decreto 560/17. La soglia dell’obbligatorietà, che nel 2020 era fissata per gli appalti a partire dai 50 milioni di euro, dal 1° gennaio 2021 interessa i lavori complessi relativi a opere di importo a base di gara pari o superiore a 15 milioni di euro.
Con il 2021 la soglia si è abbassata significativamente: può ancora sembrare “alta”, soprattutto per le stazioni appaltanti di dimensione medio-piccola, ma a nostro avviso è giunta l’ora che tutte le pubbliche amministrazioni, di qualsiasi dimensione, si adeguino o impostino programmi in tale direzione, anche perché è ormai molto vicina la prossima scadenza, quella del 1° gennaio 2022, data in cui il BIM diventerà obbligatorio per le opere di importo a base di gara pari o superiore alla soglia di cui all’articolo 35 del codice dei contratti pubblici (soglie comunitarie), pari a 5,2 milioni di euro.
Le tappe successive prevedono l’obbligatorietà dal 1° gennaio 2023 per le opere di importo a base di gara pari o superiore a 1 milione di euro; infine, a decorrere dal 1° gennaio 2025, BIM obbligatorio anche per le opere di importo a base di gara inferiore a 1 milione di euro: tutti gli appalti per opere pubbliche, per qualsiasi importo, dovranno essere presentati in digitale. Inoltre, l’obbligatorietà della digitalizzazione ricollegata al concetto di “lavori complessi” andrà a scomparire dal 1° gennaio 2023.
Insomma, in prospettiva la metodologia BIM e il suo uso nei contratti pubblici diventerà presto definitivamente il metodo di riferimento in Italia, e la pubblica amministrazione italiana deve lavorare per non farsi trovare impreparata. In quest’ottica di rapida introduzione della digitalizzazione obbligatoria, la necessità di un cambiamento nelle amministrazioni pubbliche è evidente. Il trend di crescita dei bandi BIM nell’ambito di gare pubbliche negli ultimi anni è stato importante, ma il livello di adozione e diffusione del BIM nella PA ancora non è sufficiente.
Il settore pubblico è ancora lontano da una strutturazione operativa efficiente e autonoma atta a poter gestire, coordinare, validare progetti in ambiente BIM. Sono poche, a oggi – e Bimportale lo verifica quotidianamente -, le pubbliche amministrazioni e le stazioni appaltanti che hanno pianificato in un tempo adeguato una conversione graduale al mondo BIM.
È quindi urgente che tutte le Pubbliche Amministrazioni predispongano un piano di formazione del personale, un piano di acquisizione o di manutenzione degli strumenti hardware e software necessari, che organizzino il processo di controllo e di gestione dei dati, e che adottino piattaforme interoperabili che facciano uso di formati aperti non proprietari. Il 2021 è appena iniziato, ma per una corretta programmazione il 2022 è un traguardo non così lontano.