Costantino Carlo Mastino, Università di Cagliari: Il BIM per la gestione energetica degli edifici

Il Prof. Costantino Mastino è Ph.D. presso DICAAR, Università degli Studi di Cagliari, Facoltà di Ingegneria e Architettura. Da molti anni è appassionato di nuove tecnologie ha concentrato i suoi studi sulla gestione energetica e ottimizzazione dei consumi di un edificio attraverso l’utilizzo della metodologia BIM.

Quale è strato il suo primo approccio al BIM?
Sono arrivato al BIM prima ancora che si parlasse di BIM: era il lontano 97 e cominciavano a entrare nel mercato programmi di progettazione architettonica tridimensionali come Allplan della Nemetschek, Archline della Cadline e ARCHICAD della GRAPHISOFT; da li ne ho seguito le diverse evoluzioni vedendo negli anni nuovi software innovativi perdere piede sul mercato, come ad esempio Revit di Autodesk oggi molto noto o Microstation della Bentley con il suo applicativo Triforma. Tutti programmi di authoring molto diffusi tra gli studenti e professori universitari. La mia ricerca poi si è indirizzata sempre di più sull’utilizzo del BIM come strumento per la simulazione delle prestazioni fisiche e la gestione energetica degli edifici.

Quali sono i vantaggi del BIM in quest’ottica per l’ottimizzazione e il risparmio energetico?
Il BIM riveste un ruolo centrale nell’ottimizzare la prestazione energetica dell’edificio e nel gestire l’intero processo di simulazione energetica. Questa metodologia è in grado di fornirci informazioni fondamentali in relazione alle performance energetiche se si pensa soprattutto al facility management e la gestione del ciclo di vita di un edificio. Con l’utilizzo del BIM si possono risolvere parecchie problematiche a livello impiantistico anche nella gestione del patrimonio edilizio storico che al momento, soprattutto sulla parte impiantistica, fa riferimento ancora alla carta, ma presto potrebbe essere mappato per una corretta scelta delle opere e delle lavorazioni da effettuare sugli impianti.

Come recepiscono gli studenti l’utilizzo del BIM?
Da quando abbiamo iniziato a seguire gli studenti di ingegneri energetica sull’utilizzo del BIM sono aumentati i laureandi che vogliono sviluppare le loro tesi su queste tematiche. I giovani sono sempre più interessati a queste tematiche si rendono conto delle reali potenzialità e delle nuove prospettive lavorative che si stanno aprendo.

Quali sono le maggiori problematiche che riscontra nell’utilizzo del BIM?
Credo che ci sia ancora molta strada da fare per quanto riguarda i formati interoperabili, bisogna ricercare un vero standard in grado di permettere lo scambio dati tra le diverse realtà professionali senza la perdita di informazioni. Si sta lavorando molto su questo, in particolare sul formato dati IFC proposto da Building SMART e riconosciuto come formato aperto interoperabile dalla ISO 16739, questo penso che sia un buon punto di partenza per il reale sviluppo dell’interoperabilità del BIM.

Che cosa ne pensa delle prospettive future del BIM in Italia?
Quello che sicuramente ne rallenta il processo è la poca cultura nel suo utilizzo, siamo di fronte ad una rivoluzione, ma ci vorranno ancora almeno dieci anni per, ad esempio, rendere le procedure per le realizzazioni pubbliche standardizzate secondo metodologia BIM, anche se il decreto prevede che nel 2025 le opere di qualsiasi importo debbano essere obbligatoriamente realizzate in BIM, ma vedo ancora una resistenza al cambiamento che rallenta tutti i processi.

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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