Le strutture di accoglienza notturna sono un’istituzione sociale. Per potere alleviare il senso di reclusione che spesso vivono gli ospiti di queste tipologie di strutture, il progetto di recupero dell’immobile di Via Messina Marine a Palermo che porta la firma di Musa Progetti si propone una ridefinizione degli spazi, interni ed esterni, volta ad offrire all’utenza un servizio di accoglienza votato al benessere psico-fisico. In funzione di questi obiettivi sono stati progettati ambienti comuni (sala tv con zone lettura ed angolo cottura, spazi comuni esterni) la cui funzione è quella di riabituare l’homeless ad attività e meccanismi di condivisione tipici della collettività ordinaria.
Particolare attenzione è stata posta nella rivisitazione compositiva della struttura di accoglienza attraverso la definizione spaziale degli accessi. L’ingresso ai dormitori è da sempre demarcato da cancelli o portoni. Il “cancello” diviene quindi il luogo dell’attesa, davanti al quale le persone sostano per ore senza sapere con certezza di avere la possibilità di trascorrere la notte all’interno. Il “rito dell’attesa” vincola le persone a trascorre buon parte della giornata in fila davanti al dormitorio: tale attività porta in sé il disagio intrinseco di chi attende una risposta sfidando gli agenti atmosferici e chi abita il vicinato, che rischia di trovare nelle vie di transito interferenze fisiche dovute alla coda. Per questa ragione, con il duplice obiettivo di garantire uno spazio di accoglienza esterno ed una idonea rampa inclinata per l’accesso disabili, lungo il prospetto est è stata progettata una scalinata “monumentale” capace di raccogliere gli utenti durante quel periodo naturale di attesa per l’accesso alle residenze. In questo modo si limita fortemente la deambulazione lungo le vie del quartiere offrendo la possibilità di sosta all’interno degli spazi esterni della struttura, grazie alla sufficiente ampiezza dei gradoni capaci quindi di funzionare anche come sedute. La porta effettiva di accesso è quindi spostata lungo il prospetto est. La geometria dell’edificio esistente offre così la possibilità di definire lo spazio dell’attesa internamente all’area di pertinenza della struttura di accoglienza, privando le persone del disagio di essere in coda in un’area adibita al transito veicolare. Dalla porta di ingresso, si accede all’interno di un’area filtro, in cui il personale addetto all’assistenza ha la possibilità, attraverso uno sportello dedicato all’accoglienza degli utenti, di registrare gli accessi.
Oltre agli aspetti distributivi e funzionali, il progetto prevede l’adeguamento sismico mediante interventi quali: il consolidamento di alcuni maschi murari mediante intonaco armato su due lati con rete FRP, il consolidamento di alcune travi mediante placcaggio con tessuti o rete in fibra di carbonio, il risanamento di strutture in c.a. mediante la ricostruzione del copriferro, la demolizione e ricostruzione di alcune travi in cemento armato, la demolizione di alcuni solai e ricostruzione degli stessi con le nuove armature ancorate alle travi demolite e/o alle strutture esistenti mediante ancorante epossidico, la messa in sicurezza dal fenomeno di “sfondellamento” dei solai non demoliti, il consolidamento mediante massetto armato con fibra di vetro dei solai non demoliti
Dal punto di vista energetico, il progetto perviene alla realizzazione di una struttura ad Energia Quasi Zero (nZEB), mediante una serie di interventi su involucro ed impianti, rispondendo altresì alle richieste normative in materia di Criteri Ambientali minimi (CAM).