Il BIM per la simulazione dei flussi nella “occupancy” del Policlinico S. Orsola–Malpighi di Bologna

La simulazione del comportamento umano all’interno degli edifici può rappresentate un importante elemento per la definizione dei requisiti nelle primissime fasi progettuali, e permettere una validazione del progetto stesso al termine del ciclo creativo: la cosiddetta Pre-Occupancy Evalutation.

Orientando l’approccio progettuale alla centralità della persona, organismo edilizio e processo d’uso dovrebbero sostanzialmente sovrapporsi durante tutta la vita utile dell’edificio. Infatti, in un approccio progettuale tradizionale, gli spazi vengo pensati solo in base alla sensibilità del progettista e in riferimento alle normative vigenti. Promuovendo un coinvolgimento attivo degli utenti, invece, si va nella direzione di una convalida dinamica di proposte progettuali in base alle reali esigenze di chi vivrà quegli spazi. Le tecnologie, anche mutuate dal mondo del gaming e dei videogiochi, permettono di simulare il comportamento umano, con il fine ultimo di validare la progettazione dei servizi. Tutto questo grazie a un approccio ludico che attraverso un processo dinamico crea più partecipazione e interazione” spiegano l’Ing. Michele Archetti e l’Arch. Mariachiara Rizzi, che hanno approfondito questi aspetti nel loro progetto di tesi presso l’Università degli Studi di Brescia, Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Edile e Architettura con il Prof. Angelo Luigi Camillo Ciribini.

Michele Archetti e Mariachiara Rizzi hanno analizzato un caso di studio specifico: la committenza è la struttura dei Servizi di Supporto alla Persona dall’azienda ospedaliero-universitaria di Bologna Policlinico S.Orsola–Malpighi. Per questo lavoro hanno ricevuto il secondo premio al concorso Digital & BIM Award 2019 nella categoria “Ricerca”.

I complessi ospedalieri sono contraddistinti dall’essere popolati da un gran numero di persone che, generando elevati flussi, portano a interazioni e situazioni di grande complessità. La percezione della qualità dei servizi offerti è strettamente legata all’adeguatezza degli spazi.

“A partire dall’analisi post-occupativa del padiglione 2 del Policlinico, integrando i dati forniti dalla committenza con ulteriori rilievi, sono emerse alcune criticità nell’uso degli spazi della hall in corrispondenza della pausa pranzo” spiegano Michele Archetti e Mariachiara Rizzi. “I dati d’uso, che evidenziano una criticità dovuta a un’interferenza di flussi di utenti nell’utilizzo dei servizi di ristorazione e degli spazi di circolazione del padiglione, sono stati tradotti in una simulazione dei flussi in ambiente BIM dello stato di fatto utilizzando il software MassMotion. Tale simulazione, digitale e dinamica, ha permesso di mettere ancora più in evidenza la criticità riscontrata nell’uso degli spazi e di comunicarla agli stakeholder coinvolti nel processo decisionale”.

La stessa simulazione, con gli stessi dati d’uso, è stata utilizzata per valutare delle possibili riconfigurazioni dello spazio interno, così come richiesto dalla gara di concessione dei servizi indetta. La simulazione è diventata quindi uno strumento di Pre-Occupancy Evaluation: a parità di condizioni d’uso, ha permesso di valutare come una proposta di riconfigurazione degli spazi possa migliorare o risolvere una situazione critica.

Con l’implementazione, in una seconda fase, della realtà virtuale immersiva tramite il Vive Virtual Reality System, è stato possibile operare un salto di scala: dal flusso di persone, si è passati a simulare l’uso dello spazio nel momento critico dal punto di vista di diversi profili d’utente (utente comune, su sedia a rotelle accompagnato e non, ipovedente). La potenzialità dello strumento in questo caso è far diventare l’esperienza dell’utente un ulteriore input progettuale, un nuovo approccio alla riconfigurazione degli spazi rispetto alle risorse classiche, che vada oltre l’esperienza personale e le normative.

Il metodo di progettazione proposto mira a fornire maggiori input al progettista e al committente per la valutazione delle soluzioni progettuali, ponendosi a supporto dell’analisi e della comunicazione tra le parti. Si tratta di un metodo di progettazione esperienziale che porta lo stesso progettista a sperimentare, simulandola, la situazione da lui proposta, anticipando alla fase di progetto eventuali problematiche legate all’uso dell’edificio. Entrambi gli strumenti testati, la Crowd Simulation e la Realtà Virtuale Immersiva, possono essere introdotti a supporto della comunicazione e dell’analisi di soluzioni progettuali fin dalla fase di concept al fine di simulare, una volta definita la configurazione di aree funzionali ed unità ambientali, come l’utente si muove ed opera all’interno dell’ambiente costruito” concludono Michele Archetti e Mariachiara Rizzi.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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