Luisa Costanzo, BIM Coordinator MEP Specialist: ampliare la cultura del BIM

Ritenendo una parte fondamentale del lavoro dell’architetto fornire dei modelli verosimili dei manufatti in progetto l’Arch. Luisa Costanzo ha deciso dopo la laurea di seguire un Master in Progettazione BIM dove ha avuto modo di approfondire le discipline del software Revit: Architecture, Structure, MEP. Dopo diverse esperienze in questo campo tra cui l’ultima come BIM Coordinator nella branch di Dubai di MM S.p.A., oggi è pronta per affrontare nuove sfide professionali come BIM Coordinator MEP Specialist.

Qual è stato il suo approccio al BIM?
Il mio percorso professionale in ambito BIM si è concretizzato dopo la laurea in architettura. Durante il ciclo di studi, in poche occasioni ho avuto modo di avvicinarmi alla modellazione di tipo parametrico. Il Building Information Modeling naturalmente esisteva già, ma la sua diffusione non era capillare e mancava una reale consapevolezza delle potenzialità della metodologia.
Quello che comunque già catturava il mio interesse era la possibilità di fornire dei modelli verosimili dei manufatti in progetto. Credo di aver frequentato il primo corso di modellazione BIM con questo spirito: acquisire competenze per poter creare un modello più reale possibile dell’edificio e del complesso delle sue interazioni col contesto.
Lo step successivo è stato quello di frequentare un master in Progettazione BIM che prevedeva alla fine del corso di studi uno stage che io ho scelto di svolgere in BIMon, una delle prime società di consulenza BIM in Italia. Qui ho mosso i primi passi e approfondito la disciplina MEP che è ancora la mia comfort zone.
Tanta esperienza sul campo mi ha portata successivamente alle mansioni da BIM Coordinator, nella branch di Dubai di MM spa.

Quali sono le caratteristiche del BIM Coordinator?
Il BIM Coordinator è una figura di raccordo: fa riferimento al BIM Manager e coordina il team di BIM Specialist. Da un lato delinea il piano delle attività a livello di Project Management, dall’altro dirige i flussi informativi digitali, ad un livello puramente operativo. Si tratta quindi di un professionista con una preparazione ampia sull’opera edilizia e sui software. A mio parere completano il prospetto ideale delle doti di leadership, necessarie nel momento in cui bisogna creare una proficua interazione tra i diversi protagonisti di un processo.

Con quali strumenti lavora e con quali obiettivi?
Utilizzo Revit, Naviswork, Dynamo, un CDE e, durante la risoluzione delle interferenze, mi avvalgo di software o plugin per verificare il corretto dimensionamento e funzionamento delle componenti impiantistiche. Le  mie scelte sono finalizzate a strutturare attraverso un modello coordinato, un complesso di dati evidente e leggibile: la potenzialità di un modello BIM risiede nell’Information, ovvero nel corredo di dati che il modello porta con sé e nelle possibilità di estrazione e utilizzo di questi dati.

 Può raccontarci qualche progetto che in qualche modo hanno segnato la sua esperienza professionale in BIM?
Vorrei citare uno dei primi progetti sui quali ho lavorato e il più recente.
Tra le prime commesse ho curato per intero la modellazione del sistema di tubazioni di uno stabilimento farmaceutico, per conto di Tekser srl. Un progetto complesso ma molto stimolante, sicuramente per le specifiche tecniche e i requisiti propri di uno stabilimento industriale.
Il lavoro più recente è il progetto di una rete di trasporto metropolitano, nel quale sono stata coinvolta dalla branch di Dubai di MM spa. Nello specifico, ho lavorato alla modellazione di impianti meccanici e al coordinamento della disciplina MEP per i modelli delle stazioni tipologiche.

Che cosa ne pensa dello sviluppo del BIM in Italia?
Per quanto riguarda la normativa l’anno 2020 sarà fondamentale. Il Decreto 560/17 fissa i termini di una graduale introduzione del BIM negli appalti pubblici. È sicuramente un punto di svolta ed è accompagnato da un fermento evidente in tutta la filiera delle costruzioni. Da potenziare invece è la cultura del BIM, ancora in molti ambienti il decreto è visto più che come opportunità di crescita, come un obbligo e questo dimostra che ancora non sono chiari i reali vantaggi che questa metodologia può portare a tutta la filiera. Soprattutto sul fronte committenza, management, progettazione manca ancora questa consapevolezza e non viene dato un vero valore a chi utilizza questo approccio alla progettazione.

 

mm

Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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