Marco Gilli, il BIM nella progettazione MEP

Da progettista MEP con la passione per informatica e software, alla consulenza in ambito Revit e al continuo aggiornamento sulla metodologia BIM: Marco Gilli è consulente BIM specializzato in MEP e diagnosi energetica.

Qual è stato il percorso professionale che l’ha portata al BIM?
Ho iniziato ad appassionarmi di BIM nel 2012. In quegli anni lavoravo in un piccolo studio di progettazione di impianti e mi occupavo di tutto l’iter di progettazione, dalla diagnosi iniziale fino alla proposta di soluzioni impiantistiche al cliente lasciando però, ovviamente, la decisione finale al titolare dello studio. Per interesse personale, da appassionato di informatica, seguivo in Internet le evoluzioni di Autodesk Revit; frequentando qualche corso serale su Youtube ho iniziato a capirne le potenzialità, ma nella mia zona – a Cento, in provincia di Ferrara – non c’era ancora nulla, né la curiosità né la voglia di investire in questa metodologia ancora sconosciuta ai più.
Ho continuato a seguire le evoluzioni del software e, qualche anno dopo, ho partecipato a un corso professionale presso una struttura autorizzata Autodesk (AthenaGroup srl di Mantova).
La mia prima importante commessa in una realtà strutturata è stata per la realizzazione del nuovo stabilimento EVO di Bonfiglioli Riduttori. Nel gruppo di lavoro avevo un BIM Manager che

Bonfiglioli Evo
Progetto: Open Project
Foto Copyright Andrea Brintazzoli

coordinava le varie discipline e io curavo la parte di modellazione e di esportazione tavole MEP insieme allo studio Pool Progetti.  Dopo quella esperienza, ho scelto di lasciare la progettazione e di dedicarmi completamente alla consulenza BIM Revit con specializzazione MEP , decisione che fu possibile prendere anche grazie al Decreto BIM del 2017 che fece aumentare la richiesta di consulenza, soprattutto per la parte impiantistica.

Come descriverebbe la figura professionale del BIM Specialist MEP?
Il BIM Specialist MEP è una figura che conosce la progettazione MEP, ha la sensibilità della materia, e allo stesso tempo sa lavorare sul modello BIM utilizzando un software di authoring.
Inoltre, alla progettazione e all’impiantistica si aggiunge l’aspetto legato alla parte energetica di un progetto. Il BIM Specialist MEP deve saper fare una diagnosi energetica leggendo i dati necessari e  deve riuscire a collaborare in sinergia con i progettisti, partendo dall’evidenza che non tutti sono “tecnologicamente” pronti a passare al BIM. Il BIM Specialist MEP deve dialogare con queste figure instaurando una comunicazione 1 a 1, e non sempre è facile. Chi ha da poco terminato l’università e conosce i software a volte non ha esperienza sulla parte impiantistica, che rimane un aspetto fondamentale da conoscere.

Quanto ritiene sia importante la certificazione di BIM Specialist MEP?
Ad oggi io ho ottenuto la certificazione Autodesk Certified Professional (ACP) che attesta la mia professionalità sui software di casa Autodesk. Penso che nel mondo del lavoro valga di più un curriculum con delle esperienze, piuttosto che un “bollino” di certificazione. Allo stesso tempo, però, la certificazione ICMQ di BIM Specialist MEP inizia a essere richiesta in alcuni bandi di gara, quindi sicuramente per necessità e accesso a determinati lavori è utile ottenerla, e ho in programma di conseguirla in futuro.

Quali sono secondo la sua esperienza, in relazione ad attività complesse, i vantaggi del BIM?
La velocità e la rapidità di esecuzione del progetto, la gestione dei passaggi e la clash detection: i vantaggi sono evidenti quando tutti gli attori del progetto utilizzano la metodologia BIM. È importante anche il coordinamento con i professionisti esterni allo studio: il modello condiviso rende tutti partecipi sullo stato di avanzamento e rende le considerazioni molto più rapide. Un aspetto che sta emergendo, anche grazie all’IoT, è quello del Facility Management: il BIM si sta dimostrando molto importante soprattutto per gli enti che devono seguire tanti immobili e gestire tante attività in contemporanea.

Con quali software opera in genere?
Principalmente con Autodesk Revit, ma continuo ad approfondire e aggiornarmi professionalmente su tutto ciò che il mercato propone. Facendo il consulente, punto a voler dare informazioni complete e a offrire alternative ai clienti. Ad esempio, sto imparando a conoscere DDS-CAD, che presenta alcuni vantaggi, soprattutto legati alla parte di calcolo.
Per la parte termotecnica utilizzo Namirial Termo, che si interfaccia con Revit tramite Archline.XP e consente di determinare le prestazioni del sistema edificio/impianto del modello BIM ma non in maniera agevole.
Ho utilizzato anche il software di Edilclima e ho provato MC4 per la progettazione integrata di impianti termotecnici. Tengo sempre monitorate le evoluzioni e le nuove release, in attesa che il modello energetico creato dai software di BIM authoring sia affidabile.
Per quanto riguarda gli aspetti di collaboration, utilizzo Autodesk BIM 360 e ho avuto modo di partecipare a gruppi con Design Suite, che pur essendo entrambe soluzioni del mondo Autodesk differiscono tra loro per alcuni aspetti. Ho utilizzato anche BIM Track, piattaforma per la condivisione dei modelli e rilevamento delle clash detection; sto analizzando Bimpool, una nuova piattaforma interessante per la collaborazione e la gestione dei dati di progetto.
Ritengo inoltre che una conoscenza della programmazione consenta di avere una marcia in più e permetta di customizzare le automatizzazioni dei software.

Il formato IFC è uno strumento che permette una reale interoperabilità?
A oggi si registrano ancora difficoltà nell’interoperabilità nel passaggio dai software di authoring a quelli energetici e viceversa. Spesso, se i diversi attori della filiera utilizzano software diversi, ci sono problemi in fase di esportazione dei dati, ed è questo il motivo per cui alcuni software sono diventati più popolari rispetto ad altri. Finché l’IFC non sarà maturo si farà fatica ad abbracciare in toto la metodologia open BIM nel settore impiantistico.

Può raccontarci qualche progetto a cui ha lavorato?
Oltre al progetto del nuovo stabilimento EVO per Bonfiglioli Riduttori, ho lavorato con Open Project anche al progetto del nuovo stabilimento dell’azienda Teapak di Imola, che si occupa del packaging degli infusi YogiTea per tutto il mercato europeo. Open Project ha sviluppato il progetto del nuovo stabilimento, costruendo il layout funzionale intorno al flusso produttivo e alle tecnologie in esso utilizzate.
Ho partecipato ai bandi del Gruppo Hera per progetti nei settori energetico, idrico e ambientale.
A Bologna, ho curato con KG Progetti, la progettazione degli impianti di riscaldamento e raffrescamento produzione di uno stabilimento dell’azienda IMA.

Il BIM può trovare applicazione nelle pratiche del Superbonus?
Il BIM avrebbe una grande potenzialità applicativa nelle pratiche legate al Superbonus, che purtroppo non sempre è colta pienamente. Laser scanner e rilievo dell’esistente, nuvole di punti e restituzione del modello, passaggio dal modello al software energetico consentono di avere dati utili per presentare la pratica edilizia e conoscere lo stato di fatto di un edificio. Inoltre, nella gestione delle pratiche per il Superbonus ci sono più attori che collaborano tra loro: c’è l’asseveratore, il termotecnico, chi fa i rilievi, chi fa i Sal, l’impresa ecc. Tante figure potrebbero collaborare su un unico modello, con una visione

Bonfiglioli Evo
Progetto: Open Project
Foto Copyright Andrea Brintazzoli

completa sui cantieri.

La competenza BIM oggi è fondamentale nel mercato del lavoro?
Sicuramente la competenza BIM è importante. Allo stesso tempo, però, non devono sparire le figure “tradizionali”, i progettisti standard, quelli con esperienza in cantiere. Credo che non basti puntare sul virtuale, i due mondi sono complementari e le competenze di un buon progettista termotecnico sono fondamentali.
Oggi le figure BIM sono un mestiere a sé, il progettista di impianti e il BIM Specialist MEP non possono ancora essere la stessa persona, le due figure operano parallelamente ma sono distinte.
Forse fra qualche anno ci sarà l’esperto progettista che saprà utilizzare i software di BIM authoring, anche se spesso i progettisti sono molto presi dalla progettazione e non hanno il tempo di imparare a usare i software, inoltre molti vedono ancora il BIM come un costo e non come un investimento.

Qual è secondo lei lo stato del BIM in Italia, quali prospettive?
Riscontro l’aumento di appalti con richieste BIM con LOD molto spinti, ma questo di solito non corrisponde a un adeguamento degli aspetti economici della commessa. Di conseguenza, si farà fatica ad avere modelli di qualità e studi strutturati per il BIM se nelle gare questa situazione non verrà adeguata.

 

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Giornalista della redazione di BIMportale, professionista della comunicazione e del marketing per il settore AEC – Architetture Engineering & Construction. Ha lavorato per molti anni nell’editoria B2B dirigendo una delle principali testate specializzate per l’industria delle costruzioni, per la quale è stato autore di numerosi articoli, inchieste e speciali. Durante questa lunga esperienza editoriale ha avuto modo di vivere e monitorare direttamente l’evoluzione del settore e la sua continua trasformazione, lavorando a stretto contatto con i principali protagonisti del mercato: imprese edili, progettisti, committenti, produttori. Su tali premesse nel 2007 ha fondato l’agenzia di comunicazione e marketing Sillabario, che si occupa delle attività di comunicazione e ufficio stampa di importanti marchi industriali del settore delle costruzioni.


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