Ogni anno la Royal Academy of Engineering premia cinque migliori ingegneri che si sono distinti per il loro lavoro in diversi campi dell’ingegneria: quest’anno il premio è stato assegnato all’ingegnere italiano Marzia Bolpagni che abbiamo intervistato proprio in occasione del prestigioso premio.
Quali le motivazioni per questo riconoscimento?
La Royal Academy of Engineering è una associazione che si occupa di promuovere diverse discipline dell’ingegneria soprattutto nel Regno Unito ma anche nei Paesi in via di sviluppo e ha istituito diversi bandi; uno di questi viene assegnato a giovani ingegneri che si sono distinti come eccellenze all’interno del loro ambito lavorativo. Quello che viene principalmente valutato non è solo il lavoro svolto ma l’entità dell’impatto generato. Io sono
stata nominata da otto esperti che hanno riconosciuto la rilevanza e la diversità delle iniziative di cui mi occupo. Non solo aiuto clienti di alto profilo della mia azienda a sviluppare soluzioni digitali nel settore delle costruzioni, ma sono impegnata in diverse iniziative di estrema rilevanza a livello internazionale, europeo e nazionale. Ad esempio, sono a capo del gruppo europeo (CENTC442) sulla standardizzazione del Livello di Fabbisogno Informativo che ha pubblicato la norma EN17412-1, lavorando con esperti provenienti da 15 Paesi e, come esperto UNI, coordino il relativo tavolo italiano e mi occupo anche del BIM Dictionary e quindi di spiegare con termini facilmente comprensibili la digitalizzazione nel mondo delle costruzioni. In più ho fondato Italians in Digital Transformation UK con lo scopo di riunire esperti di innovazione con uno spirito collaborativo.
Ha anche ricevuto la medaglia Sir George Macfarlane Medal per l’eccellenza del suo lavoro nella digitalizzazione delle costruzioni?
Sì al migliore tra i cinque ingegneri viene anche conferita questa medaglia e credo che l’abbiano assegnata e me per il mio lavoro nell’industria ma anche per il mio impegno nella sensibilizzazione e la diffusione del BIM; sono infatti ricercatrice onoraria all’UCL University College London e tengo lezioni e seminari in diverse università internazionali.
Il mio intento è quello di continuare a motivare i giovani e cambiare in loro la percezione del settore delle costruzioni, far capire che è un settore aperto a tutti e c’è molto da fare non solo in cantiere ma a livello di gestione delle informazioni e digitalizzazione durante l’intero ciclo di vita delle opere.
Qual è l’importanza di questo premio a livello personale?
Credo sia particolarmente importante perché rende onore alla mia professione perché è la prima volta che la Royal Academy of Engineering premia il settore della digitalizzazione nelle costruzioni. Alla premiazione ha partecipato la principessa Anna d’Inghilterra che è molto vicina al mondo dell’ingegneria: infatti, ha dichiarato più volte che se non fosse nata nella famiglia reale sarebbe diventata un ingegnere. Si è soffermata a parlare con ognuno di noi e con me ha sottolineato l’importanza di avere le informazioni necessarie alla manutenzione e conservazione degli edifici soprattutto per la sicurezza degli stessi. La digitalizzazione dell’ambiente costruito può davvero fare la differenza anche sull’impatto ambientale visto che il mondo delle costruzioni è responsabile del 40% delle emissioni di CO2.
Spero quindi che questo premio sia da stimolo per tanti giovani e soprattutto donne per capire che con determinazione e impegno nei giusti contesti il lavoro e la fatica vengono riconosciuti.
Sono molto felice di questo riconoscimento ma non è un punto di arrivo, c’è ancora molto da lavorare soprattutto per diffondere questo nuovo modo di lavorare per la creazione e gestione del nostro patrimonio edilizio e delle infrastrutture.