Nuovo Stadio Nazionale dell’Albania

Il nuovo Stadio Nazionale dell’Albania, nella città di Tirana, è stato inaugurato il 17 novembre 2019 in occasione della partita Albania-Francia valida per le selezioni agli Europei di Calcio. Si tratta di un intervento di sostituzione edilizia, poiché ubicato nella stessa area dove sorgeva l’originale complesso sportivo dedicato all’atletica e al calcio, disegnato alla fine degli anni Trenta dall’architetto fiorentino Gherardo Bosio. L’edificio, ad eccezione della struttura monumentale di ingresso della tribuna autorità, è stato completamente demolito e ricostruito con l’obiettivo di costruire un impianto capace di soddisfare gli standard UEFA, di realizzare un impianto per il calcio integralmente coperto con annessi servizi, funzioni e attività in grado di far vivere l’edificio tutti i giorni con continuità.

Il progetto architettonico
Il nuovo stadio è un’opera di architettura e di ingegneria completamente Made in Italy, firmata da Marco Casamonti, fondatore dello studio fiorentino Archea Associati.
Obiettivo dell’intervento era realizzare un monumento contemporaneo in grado di valorizzare, attraverso un’infrastruttura dedicata allo sport, l’immagine e il ruolo della capitale albanese. L’opera ha comportato un investimento da 80 milioni di euro. 70 sono stati finanziati dall’impresa Albstar che ha selezionato il team italiano per la progettazione e costruito interamente l’opera, di cui ha mantenuto in proprietà e in gestione tutte le funzioni extra sportive come gli spazi commerciali ubicati al piano terra, l’edificio per uffici sovrastante la parte monumentale originaria e la torre-hotel alta oltre cento metri. Ulteriori 10 milioni di euro sono stati stanziati della federazione calcistica albanese, che gestirà la parte sportiva del complesso che oltre al campo di gioco e alle tribune comprende gli spogliatoi e le palestre poste al di sotto della piazza antistante l’ingresso monumentale.
Il complesso multifunzionale è il volano per la rigenerazione di una parte fondamentale della città di Tirana, tanto importante dal punto di vista della localizzazione urbana ma fino adesso degradata.
In tre anni di cantiere si è arrivati a costruire un’architettura di grande valore iconico da 22mila posti a sedere, al posto dell’impianto inaugurato nel ’46 con quindicimila posti, diventati poi diciannovemila con un ampliamento nel 1974 in occasione del trentesimo anniversario della Liberazione dell’Albania.
Per lo Studio Archea, questo progetto ha rappresentato un punto di svolta: in precedenza i lavori erano sempre stati sviluppati seguendo l’approccio “tradizionale” ma per lo stadio di Tirana è stato chiaro sin da subito il valore aggiunto che la metodologia BIM avrebbe apportato a un’opera così complessa. Non si trattava di realizzare solo un campo da gioco con delle tribune, ma un edificio multifunzionale, frequentato da utenze diverse e attivo 365 giorni all’anno, che al tempo stesso rappresentasse un monumento nazionale.

Il modello BIM
Il modello BIM dell’edificio è stato sviluppato durante la fase di progettazione definitiva, principalmente per il coordinamento tra i diversi settori specialistici. “La condivisione dei vari modelli e sub-modelli disciplinari (architettonici, strutturali, impiantistici) in un unico ambiente dati messo a disposizione di tutti i progettisti coinvolti ha senz’altro coadiuvato la progettazione riducendo drasticamente il rischio di dispersione delle informazioni. Il tema del dato non è secondario e in effetti la I di BIM sottolinea proprio questo. In progetti così complessi, con così tante figure professionali coinvolte, si produce quotidianamente una mole di dati (geometrici e informativi) enorme che se non organizzata e strutturata correttamente può portare a commettere errori anche grossolani. Un altro enorme vantaggio della metodologia BIM è sicuramente la possibilità di creare dei modelli federati, specifici per il coordinamento, che ha permesso non solo di anticipare e risolvere una serie di criticità legate alle interferenze geometriche prima della cantierizzazione ma anche di facilitare il dialogo con la committenza permettendole di capire meglio il progetto”, descrive il team di progettazione Archea Associati.
Lo stadio di Tirana ha aperto definitivamente le porte del BIM all’interno dello Studio Archea. “A oggi oltre l’80% dei lavori vengono portati avanti attraverso questa metodologia e la percentuale arriva alla totalità dei casi per progetti oltre una certa dimensione. Avendo potuto toccare con mano i vantaggi derivanti dall’implementazione del BIM, è spesso lo studio stesso che preferisce questa modalità operativa, anche quando non espressamente richiesta dai clienti, pur conoscendone il maggior sforzo progettuale correlato. Al momento si tendono a privilegiare le fasi di progettazione definitiva ed esecutiva per l’implementazione del BIM nei progetti mentre nelle fasi preliminari si preferisce ancora utilizzare strumenti di modellazione pura per non irrigidire troppo il processo creativo. Tuttavia, le possibilità sempre maggiori offerte da strumenti di modellazione algoritmica e generativa perfettamente integrati nell’ecosistema BIM, grazie alla possibilità di estrarre rapidamente dati e informazioni utili ad orientare la progettazione sin dalle prime fasi, sta favorendo l’interesse verso sperimentazioni di questo tipo”, commenta l’arch. Marco Casamonti.
Il progetto dello stadio è stato portato avanti, per la parte di modellazione architettonica, in ambiente Revit ma numerosi altri contributi sono venuti da altri software, come AutoCAD o Rhino. Per il model checking e il coordinamento delle interferenze geometriche sono stati usati software specifici quali Dynamo e Navisworks.

Il BIM dal progetto al cantiere
È necessario un grande lavoro di studio e organizzazione, da parte di chi coordina il flusso BIM, in modo tale che tutte le informazioni prodotte sulle diverse piattaforme software possano essere implementate in maniera efficace. I modelli informativi creati per questo progetto non si sono fermati alla sola fase esecutiva ma si sono evoluti e aggiornati in modo da accompagnare tutta la fase costruttiva. “Il BIM è stato di enorme supporto alle imprese coinvolte in cantiere, che potevano interrogare il modello ed estrapolare di volta in volta gli output richiesti e controllare in modo estremamente accurato le quantità in gioco, con evidenti risparmi da parte della committenza. Inoltre, tutte le informazioni contenute nei modelli informativi serviranno per la successiva fase di gestione dell’immobile”.

Le facciate esterne
Un tema particolarmente complesso, data anche la sua rilevanza architettonica, è stato quello degli oltre 20.000 m2 di facciate esterne, rivestite da circa 3.000 colonne con formelle in alluminio verniciato e texture a bassorilievo dalla duplice funzione, decorativa e di ombreggiamento. La loro disposizione è frutto di precisi algoritmi sviluppati tramite interfacce di programmazione grafica come Dynamo per Revit, che hanno permesso di conciliare molteplici istanze: il rispetto della vision architettonica ideata nella fase di Concept Design; il rispetto del budget e delle quantità; la verifica di realizzabilità, montaggio e manutenzione degli elementi; il controllo delle interferenze (hard e soft) con gli altri elementi di facciata; l’identificazione di un sistema chiaro ed efficace per trasmettere al cantiere i risultati ottenuti.
Per fare un esempio pratico, a una particolare rotazione di una colonna corrisponde la possibilità o meno per l’infisso retrostante di poter essere aperto agevolmente, così come la possibilità di avere o meno lo spazio di manovra necessario a installare e manutenere le colonne immediatamente sottostanti o soprastanti. “La possibilità di analizzare e verificare più scelte progettuali in tempo reale ha sicuramente migliorato la qualità dell’edificio in quanto, grazie alla progettazione algoritmica, è stato possibile selezionare tra diverse opzioni (tutte valide da un punto di vista tecnico e realizzativo) quella di maggior pregio architettonico. È la riprova del fatto che il BIM non limita assolutamente la progettazione imbrigliandola nei suoi pur rigidi schemi, ma al contrario ne espande le possibilità” conclude il team di progettazione Archea Associati.

L’anastilosi per il recupero dell’ingresso originale
Il progetto del nuovo stadio di Tirana è anche un esempio di integrazione architettonica di enorme valore, nel rispetto del passato e del futuro. In continuità con l’intervento di Bosio, Archea Associati ha smontato e ricostruito in modo filologico la facciata monumentale della tribuna autorità, ripristinandola anche come valore e ruolo di elemento di accesso alle aree VIP dello stadio.
Fin dall’inizio ci siamo interrogati sulla scelta di un approccio rispettoso, sulla necessità di un restauro di ricomposizione, per anastilosi, delle parti monumentali. L’anastilosi una metodologia specifica che permette di lavorare con le pietre delle antiche strutture. Con le più innovative tecniche di rilievo e laser scanner abbiamo scansionato l’intero apparato murario dell’opera e dopo aver numerato singolarmente i diversi conci, li abbiamo immagazzinati nell’area di cantiere. Una volta ricostruite le parti interrate, che accolgono le facilities dello stadio – spiega l’arch. Marco Casamonti – abbiamo riposizionato in modo puntuale l’intero ingresso della tribuna che è stata ricostruita sotto un edificio ponte, mantenendo di fatto invariato l’accesso monumentale di un tempo, da cui ancora oggi entrano le autorità”.
Lo storico ingresso monumentale è stato quindi ricostruito e integrato nella nuova struttura come simbolo di continuità e omaggio al passato.
I lavori di anastilosi e ricomposizione della facciata storica, durati sette mesi, sono stati eseguiti dallo studio fiorentino Tacheolab: “La vecchia facciata è stata smontata, i pezzi numerati e lavati, poi rimontata” spiega Mirko Bonechi, titolare di Tacheolab. “Grazie alla tecnica del laser-scanner, il team di Tacheolab è stato in grado di riconoscere ogni dettaglio costruttivo, anche interno, della facciata, e suddividere e numerare ogni singolo blocco”. Un lavoro di proporzioni enormi, che è andato a intrecciarsi alla parte di studio storico sull’edificio originale, a cui ha collaborato anche la scuola di restauro di Palazzo Spinelli di Firenze, che ha anche condotto uno studio dei materiali. Alcune porzioni della facciata erano in condizioni di forte degrado: in particolare le lastre di pavimento del livello superiore, per le quali si è decisa la conservazione di solo il 30% del materiale originale, e le mattonelle di rivestimento, sostituite con lastre di travertino di tipo “Becagli.”
La fase di ricomposizione è stata una sfida ulteriore: la facciata ricostruita è letteralmente intrecciata alla struttura esterna del nuovo Air Albania Stadium, le cui enormi colonne in acciaio affondano all’interno dei pilastri di marmo dell’ingresso monumentale originale. Un lavoro di coordinamento con la costruzione del nuovo stadio, che ha portato alla perfetta ricomposizione dello storico ingresso monumentale. Il team di Tacheolab ha verificato ogni singolo concio, una volta riposizionato, con la tecnica di rilievo della stazione totale, così da realizzare un manufatto rinnovato e perfettamente stabile.

Chi è Archea Associati
Lo studio italiano Archea Associati da quasi 15 anni lavora a Tirana dove ha realizzato una torre, la 4 Evergreen, e ha in cantiere un complesso residenziale di 45.000 m2, il Garden Building. In tema di infrastrutture sportive è stato protagonista in Italia per la nuova facciata, spazi ospitalità e sistemazioni esterne della nuova Dacia Arena di Udine, a sua volta ristrutturazione del precedente stadio. Lo studio fiorentino è conosciuto a scala internazionale per opere del calibro della Cantina Antinori in Toscana e della cittadella della ceramica a Liling in Cina.
www.archea.it

Chi è Tacheolab
Tacheolab offre servizi di supporto ai grandi studi di architettura e ingegneria nel campo dei rilievi scanner laser e modellazione BIM. Nell’ottica della salvaguardia, valorizzazione e promozione di specifiche emergenze architettoniche, archeologiche e geologiche, Tacheolab offre servizi di progettazione e realizzazione di interventi di conservazione e restauro del patrimonio.
www.tacheolab.com

Il progetto in breve
Nuovo stadio Nazionale dell’Albania
Luogo: Tirana
Posti a sedere coperti: 22.000
Committente e impresa costruttrice: ALB STAR shpk (Idajet Ismailaj, Presidente / Edmond Spahiu, General Manager) in collaborazione con FSHF Albania Football Association
Progetto architettonico e BIM management: Archea Associati (Marco Casamonti, Laura Andreini, Silvia Fabi, Giovanni Polazzi)
Team di progetto: Francesco Dall’Ò (chief architect), Emiliano Romanazzi, Alessandro Riccomi
Team di design: Giovanni Cinquini, Susanna Fagotti, Leonardo Lovecchio, Antonio Miano, Giacomo Panfili, Giacomo Pazzaglia
Supervisione on site: Francesco Montani, Mattia Borrione, Sara Casciano
Consulente in loco: Atelier 4
Ingegneria strutturale: AEI Progetti (Niccolò De Robertis, Stefano Valentini), Archest srl
MEP Engineering: Studio TI; TFE ingegneria; OE officina elettrica
Strutture in acciaio: APM ltd
Anastilosi: Tacheolab
Investimento: 80 milioni di euro
Anno: 2016/2019
Fotografie: Pietro Savorelli

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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