Ex Chiesa di San Giovanni di Argenta, il BIM nel progetto di conservazione

L’ex chiesa dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista si trova ad Argenta (Ferrara). L’edificio risale al XVI secolo, ma è stato danneggiato dagli eventi sismici che nel 2012 hanno colpito l’Emilia.

Il complesso venne fondato alla fine del XV secolo dalla Confraternita dei Battuti Bianchi  al posto di una piccola chiesa risalente all’inizio del XIV sec. Durante il secondo conflitto mondiale molti edifici del paese subirono enormi danni ma per pura causalità San Giovanni venne risparmiata. Furono le successive trasformazioni, prima in fabbrica, poi in collegio, scuola e magazzino comunale a decretare le più importanti perdite e modificazioni all’antico assetto architettonico.

L’amministrazione del Comune di Argenta ha affidato la progettazione definitiva ed esecutiva dei lavori di restauro conservativo di questo storico oratorio all’architetto Michele Bondanelli, il cui studio MBAA ha sede proprio ad Argenta. Il suo progetto ha ricevuto una menzione speciale della Giuria al Digital & BIM Award 2019 nella categoria “Interventi di restauro e valorizzazione del patrimonio”.

“La scelta della metodologia del BIM è la sintesi culturalmente contemporanea di una necessaria dinamicità che la conservazione del patrimonio storico richiede. L’attenzione non è posta tanto agli strumenti di authoring, quanto più a come questi possano formare una memoria digitale delle possibilità del comprendere” dice l’architetto, motivando la sua scelta di adottare la metodologia BIM.

Il work flow progettuale si è basato sull’impiego del software ARCHICAD di GRAPHISOFT al quale si sono riferite numerose altre tecnologie, specifiche dei diversi settori di progettazione. Il processo di editazione e gestione dei rilievi laser scanner e delle relative nuvole di punti ha visto l’impiego di software quali Autodesk ReCap e Cloud Compare, mentre per gli elementi di dettaglio rilevati con fotogrammetria 3D si è utilizzato lo strumento Agisoft Photo Scan da cui si sono ottenute le mesh base per gli apparati architettonici successivamente elaborati in Rhinoceros 5. L’utilizzo di Archicad ha permesso di elaborare un modello ibrido realty-based in cui la specifica semantica di ogni elemento è stata gestita attraverso gerarchie di Classi che, ottenuti abachi specifici, ha dialogato con strumenti ACCA Software quali Primus BIM e Primus-PSC.

La definizione di proprietà specifiche di caratterizzazione strutturale hanno permesso di predisporre un modello IFC degli elementi strutturali sul quale si è elaborato il modello FEM con ProSAP della 2S.I. sia per la verifica sismica globale sia per le verifiche dei meccanismi di danno locali.

Il progetto è stato condiviso alla committenza tramite BIMx, l’applicazione che consente l’accesso al modello e ai derivati 2D (tavole) da dispositivi portatili, per una rapida consultazione fuori dallo studio. Mentre alla comunità cittadina è stato reso disponibile un modello “semplice” su piattaforma Sketchfab web GL e web VR. Per la futura direzione lavori è stato generato un modello IFC 2×3 condiviso ACCA usBim.platform ONE e Solibri MW.

Il BIM ha portato innegabili vantaggi dal punto di vista economico, “ha consentito di razionalizzare ogni singolo intervento definendo per ogni categoria le opportune quantità. La possibilità di ottenere abachi specifici per ogni tipo di intervento di consolidamento ha permesso di gestire le scelte progettuali e di raffinare la computazione delle quantità necessarie” commenta Bondanelli.

I vantaggi del BIM non sono stati solo economici, ma anche legati a un’operatività più efficiente: “Grazie all’interoperabilità realizzata, è stato possibile presentare in prima istanza un progetto che prevedeva il riutilizzo di tutto il sistema di tirantature esistenti realizzate nel 2013, per abbattere i costi di demolizione e diminuire fortemente l’impronta del cantiere in termini di rifiuti ed energie spese per la realizzazione di elementi nuovi. A seguito del parere negativo degli enti preposti, grazie all’approccio BIM si è potuto modificare rapidamente l’assetto e le caratteristiche dei tiranti”.

Il lavoro eseguito dallo Studio Michele Bondanelli Architetto è cominciato nel 2012, poco dopo il sisma, ed è proseguito per step fino ad arrivare, nel 2019, all’introduzione del modello BIM.

Per la realizzazione del modello BIM è stato revisionato un modello 3D realizzato nel 2014 sulla base di un rilievo laser scanner eseguito nel 2013. Nel 2018 è stato realizzato un secondo rilievo laser scanner comprendente anche gli ambienti interni e specificatamente finalizzato (Scan to BIM) alla rielaborazione con metodologia BIM degli aspetti geometrici. Il modello geometrico completo è stato quindi utilizzato per la redazione degli elaborati 2D di progetto sia dello stato di fatto che per quello di progetto. Nel modello informativo si è data particolare attenzione alla creazione di abachi per il monitoraggio nel tempo del quadro fessurativo rilevato a partire dal primo incarico del 2012. Si è strutturato un sistema di classificazione e indicizzazione di elementi e proprietà specifiche per il tipo di informazioni provenienti da un edificio storico. Grazie a una classificazione WBS si è potuto rendere più preciso il raggruppamento degli elementi secondo il loro ruolo costruttivo (capriate, partiti architettonici ecc.)” spiega Bondanelli.

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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